Cappotto interno: caratteristiche e materiali
Il cappotto termico interno è la scelta ideale per isolare
la tua casa quando non è possibile, per motivi di natura
diversa, intervenire all’esterno. Lo scopo è lo stesso,
cioè evitare la dispersione di calore o di fresco verso
l’esterno, diminuendo così i consumi derivanti dalla
climatizzazione. Poiché si trova all’interno, e non a
contatto con gli agenti atmosferici, il cappotto interno è
più semplice di quello esterno.
Solitamente si procede posando su tutte le pareti uno strato
isolante, che può essere così composto:
- lana di pecora
- lana di roccia
- derivati del legno
- composti vegetali
- materiali sintetici
Cappotto esterno: come è realizzato e diverse tipologie
È necessario fare subito un’importante distinzione.
Con il termine “cappotto esterno” si
identifica in modo generico un tipo di lavorazione, che può
poi essere tradizionale o certificata.
Con il cappotto termico tradizionale ci si affida
all’esperienza di un professionista, il quale in base alle
tue conoscenze potrà decidere per l’applicazione di
materiale isolante, collanti e rasature ritenuti adatti allo scopo,
ma senza che vi sia alle spalle uno studio o una
certificazione.
Al contrario, il “sistema a cappotto”
è una sequenza di materiali che sono stati studiati e
certificati poiché adatti a lavorare insieme e compatibili, e
le cui prestazioni di isolamento sono calcolate con precisione.
Questa opzione richiede capacità e precisione per la posa in
opera, che ha distinti passaggi da rispettare. Si parla dunque di
Sistema ETICS (External Thermal Insulation Composite
System), e i materiali utilizzati hanno la
marcatura ETAG 004 (European Technical Approval
Guideline).
Si tratta di una certificazione coordinata all’interno della
Comunità Europea, merito del lavoro della EOTA, European
Organization for Technical Approval, che a sua volta aveva ricevuto
l’incarico dalla Commissione Europea per stabilire le linee
guida per i sistemi di cappotto ETICS.
Cappotto ETICS, da quali parti è composto
I sistemi a cappotto possono essere pensati come dei kit
prefabbricati, composti da più parti, che
vengono posati e assemblati in loco. Il sistema
è composto da diversi strati, che devono essere tutti
realizzati, e in alcuni casi anche con chiare indicazioni delle
metodologie da utilizzare.
Il primo e più importante strato del cappotto termico esterno
è il pannello isolante, responsabile di gran
parte del risultato finale.
Il pannello può avere diversi spessori, in base alle
caratteristiche del materiale, che può essere:
- polistirene espanso (EPS)
- polistirene estruso (XPS)
- poliuretano espanso (PU)
- lana di roccia (MW)
- fibra di legno (WF)
- lana di legno (WW)
- fibra di canapa (HF)
- sughero (ICB)
In base alla modalità con cui i materiali sono posati sulla parete si parla di:
- sistemi ETICS incollati, se tramite l’uso di un collante apposito. In questo caso, il collante deve ricoprire almeno il 40% della superficie del pannello, per garantire una presa ottimale. Partendo dal basso verso l’alto, i pannelli vengono applicati sfalsati tra loro, per evitare la generazione di giunti deboli e con minore isolamento.
- sistemi ETICS con fissaggio meccanico, se l’applicazione avviene grazie a dei tasselli. In questo caso la normativa prevede che siano 6 per ogni metro quadro. In alcune circostanze si può valutare l’uso congiunto di collante e tassellatura. Si passa poi all’applicazione di un intonaco protettivo, in cui viene posizionata anche una rete di armatura in fibra di vetro, che serve per migliorare la caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni meccaniche in tutte le direzioni.
Scegliere un sistema a cappotto esterno certificato comporta diversi vantaggi:
- efficacia e durata di almeno 25 anni
- risparmio dal 30% al 40% per il riscaldamento
- risparmio fino al 50% per il raffrescamento
- miglioramento significativo della classe energetica dell’edificio
- aumento del valore dell’immobile
Cappotto termico esterno o interno: pro e contro
Una volta comprese le differenze tecniche e di materiali, si
può valutare quale delle due soluzioni sia ideale per le
proprie esigenze, considerando i seguenti vantaggi e
svantaggi.
Nel caso si scelga il cappotto esterno, questo
viene applicato su tutte le superfici che in qualche modo sono a
contatto con l’ambiente, a eccezione del tetto che viene
invece isolato con tecniche dedicate.
Il cappotto esterno avvolge ogni parte della tua
casa, comprese rientranze delle finestre, pareti in comune
con eventuale box auto, anche locali tecnici esterni, se hanno poi
pareti a contatto con l’abitazione. Ciò serve ad
isolare completamente l’involucro della
casa, ed evitare dispersioni di calore in inverno, e di fresco in
estate.
Il cappotto esterno inoltre elimina i cosiddetti
“ponti termici”, punti dove si crea un
passaggio preferenziale di calore verso l’esterno, a causa di
accoppiamenti di diversi materiali, o giunture, ad esempio, tra
cemento e mattoni o altri materiali grezzi. Come vedremo più
avanti, il cappotto esterno è una struttura complessa che deve
avere determinate caratteristiche.
Riassumendo, il cappotto esterno presenta i seguenti
vantaggi:
- alto potere isolante
- finitura a più strati estremamente resistente
- miglioramento dell’estetica
- volume delle stanze inalterato
- tempi di lavorazione lunghi
- costi più elevati
- necessità di personale addestrato e certificato
- minore resistenza delle pareti
- riduzione del volume delle stanze
- risparmi energetici più ridotti
- lavori di posa più rapidi ed economici
- applicabilità in tutti i contesti
- isolamento anche per singolo condomino
- riduzione dei costi della bolletta fino al 20%
Costo del cappotto termico
I materiali diversi e le tecniche diverse di posa ovviamente
generano un costo del cappotto termico diverso, in base alla scelta
di esterno o interno. Come elencato tra i vantaggi, il cappotto
interno prevede lavorazioni più semplici (basti pensare
all’assenza di ponteggi) e di conseguenza ha costi inferiori.
Anche la minore quantità di strati e materiale contribuisce a
mantenere più bassa la spesa.
A seconda del materiale isolante scelto, si può variare da un
minimo di 10 euro al metro quadro, fino a 50 euro al metro quadro
per le scelte più raffinate. La manodopera può variare
molto, ma in generale si può considerare una media di 25 euro
al metro quadro. È ragionevole dunque pensare che con una
spesa totale tra 40 euro e 80 euro al metro quadro si possa
completare un cappotto interno.
Si tratta comunque di stime generiche, e ogni caso va valutato singolarmente per capire le criticità e apportare le scelte migliori.
Cappotto termico e Bonus fiscali
Nel caso il cappotto termico sia tra le tue scelte per la ristrutturazione della tua casa, devi sapere che è possibile recuperare una buona parte della spesa grazie ai bonus fiscali statali.
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