Acqua Calda Sanitaria con generatore dedicato
Avere un generatore dedicato per l’acqua calda sanitaria significa installare un macchinario che si occuperà esclusivamente di quel lavoro specifico, senza avere nessuna interazione con il riscaldamento della casa. Principalmente esistono due tipi di generatore dedicato, vediamoli di seguito.
Scaldabagno elettrico
Lo scaldabagno elettrico, conosciuto anche come bollitore elettrico, era una volta una soluzione piuttosto diffusa. La semplicità di installazione, ed il costo relativamente basso, ne avevano decretato il successo in un periodo in cui c’era poca attenzione ai consumi energetici.
Può essere la scelta giusta:
- in stanze dove l’impianto idraulico è completamente mancante, collegandolo direttamente a lavandini, docce o vasche, anche con tubi a vista
- in ristrutturazioni o unità abitative in luoghi di villeggiatura
Scaldabagno a pompa di calore
L’evoluzione dello scaldabagno elettrico è lo
scaldabagno in pompa di calore. In questo prodotto
l’acqua non viene più riscaldata da resistenze
elettriche, ma si sfrutta il meccanismo della pompa di
calore esattamente come per gli impianti di riscaldamento.
La pompa preleva l’aria dall’ambiente, e ne sfrutta il
calore per riscaldare un gas, che poi in fase di espansione va a
cedere il calore all’acqua.
Esteticamente può somigliare a uno scaldabagno elettrico, ed
ha sempre un accumulo di svariati litri, la cui dimensione viene
scelta in base alle esigenze. Si tratta sempre di un impianto che
può essere scollegato da tutto il resto, trovando spazio nelle
singole stanze, proprio come il tradizionale bollitore. A
differenza di questo, però, consuma molto
meno, poiché la pompa di calore è molto più
efficiente. Si stima che possa consumare circa due terzi in
meno.
In alcune circostanze, come nelle ristrutturazioni, lo scaldabagno
a pompa di calore è affiancato a un’altra pompa di
calore. Quest’ultima resta dedicata al solo impianto di
riscaldamento e raffrescamento, mentre lo scaldabagno si
occuperà solo dell’ACS.
Il consumo elettrico istantaneo è piuttosto basso, quindi
può facilmente essere alimentato dall’energia
prodotta da un impianto fotovoltaico, ma la bassa potenza
ha come controindicazione i lunghi tempi necessari per
scaldare tutta l’acqua contenuta nel serbatoio di
accumulo.
Acqua calda sanitaria con generatore condiviso
Utilizzare un generatore condiviso per la produzione di acqua
calda sanitaria significa utilizzare lo stesso prodotto con
cui si effettua il riscaldamento (ed eventualmente
anche il raffrescamento)
dell’abitazione.
Il macchinario scelto in alcuni momenti si occuperà anche
della produzione ACS, interrompendo, se necessario, il lavoro sulla
climatizzazione. Si tratta in realtà del metodo che per
decenni è stato utilizzato nelle case con la normale caldaia a
gas, anche se oggi non è l’unico generatore a sfruttare
questo sistema. Vediamo nel dettaglio le varie soluzioni.
Caldaia tradizionale a gas
Si tratta di un prodotto ormai in fase di abbandono, per via
delle nuove normative e della sua scarsa efficienza, ma si trova
ancora in tantissime case. Il gas della fornitura pubblica viene
bruciato, andando a scaldare l’acqua dell’impianto di
riscaldamento, che quasi sempre poi fluisce nei classici
termosifoni.
In caso sia necessaria acqua calda sanitaria, ad esempio per una
doccia, l’acqua calda del riscaldamento passa in uno
scambiatore, dove cede il calore a un altro
circuito, contenente appunto l’acqua calda sanitaria.
È un passaggio molto rapido, e può essere effettuato
anche a richiesta con tempo di intervento molto
breve, ma lo scambiatore genera sempre una piccola
perdita di calore, e quindi ulteriore
inefficienza che si aggiunge
all’inefficienza del processo di combustione.
Caldaia a condensazione
La caldaia a condensazione è sempre
alimentata dal gas della rete di distribuzione, ma è la
soluzione oggi sempre più in uso per via della sua
maggiore efficienza. Questo risultato è
ottenuto sfruttando anche il calore recuperato dai fumi di
scarico, cosa che di conseguenza diminuisce la
quantità di gas da bruciare.
Esteticamente è molto simile ad una normale caldaia a gas, e
anche le dimensioni restano nello stesso ordine di grandezza.
Si può decidere se abbinare anche un serbatoio di
accumulo, dove l’acqua viene mantenuta calda in
attesa di essere utilizzata per l’acqua calda
sanitaria.
Se gli spazi non consentono il posizionamento di un serbatoio di
accumulo, il funzionamento è identico a quello visto in
precedenza, ovvero accensione istantanea, e scambiatore di calore
tra circuito di riscaldamento e quello sanitario.
L’efficienza della caldaia a condensazione è certamente
superiore a quella della caldaia tradizionale, ma non raggiunge i
livelli dei più moderni sistemi come la pompa di calore.
Pompa di calore con sistema di accumulo
Per le case più moderne ed ecosostenibili la pompa di calore rappresenta un punto fisso per la realizzazione degli impianti. La sua capacità di generare calore con consumi bassi la rende l’elettrodomestico perfetto per abbattere le bollette e l’inquinamento.
- alza la temperatura di uscita (poiché la sanitaria è sempre più calda dell’acqua di riscaldamento)
- i circuiti idraulici danno la priorità all’ACS
- una volta ripristinato il calore necessario, la temperatura impostata si abbassa nuovamente
- la pompa di calore torna a occuparsi solo del riscaldamento
- gradi di efficienza ottimi
- buona velocità di azione. Per riscaldare un accumulo di acqua calda sanitaria della misura media di 200 litri, potrebbe volerci solo un’ora, o anche meno, contro svariate ore di funzionamento per lo scaldabagno
Stufe a legna o pellet
Utilizzati in pochi contesti, come ambienti rustici o legati a
tradizioni passate, camini, stufe a legna e stufe a pellet sono
ancora presenti nei sistemi di riscaldamento. Anche questi metodi
possono generare acqua calda sanitaria mentre si occupano
del riscaldamento dell’abitazione.
Durante il funzionamento e la combustione del materiale, una parte
del calore è convogliata, tramite una serpentina a un
serbatoio di accumulo, dove è contenuta
l’acqua calda sanitaria, impostata a una determinata
temperatura di confort. Non appena questa cala, per il passare del
tempo o per l’utilizzo, la serpentina collegata alla stufa
torna a lavorare per ripristinare il calore perduto.
Trattandosi di sistemi di riscaldamento prettamente per la stagione
fredda, è molto difficile che possano essere
utilizzati per generare acqua calda sanitaria anche in
estate. Per questo spesso sono abbinati ad altri sistemi,
come lo scaldabagno elettrico, o magari a un impianto solare
termico.
Impianto solare termico
L’impianto solare termico, ormai sempre
più in disuso, è costituito da un pannello con numerosi
collettori al suo interno, posizionato solitamente sul tetto, in
grado di captare il calore del sole, e trasmetterlo tramite un
fluido termovettore all’acqua accumulata in un
serbatoio.
È evidente come questo sistema dia il meglio in giornate
primaverili ed estive, possibilmente assolate, e per questo la
resa è nettamente inferiore nella stagione
fredda. Inoltre, se l’ACS contenuta
nell’accumulo venisse consumata di notte,
non ci sarebbe modo di ripristinarla prima del sorgere del
sole.
Ad oggi questa soluzione trova sempre meno spazio in quanto la
superficie occupata sul tetto renderebbe molto di più se
utilizzata per i moderni pannelli fotovoltaici, la cui energia
elettrica potrebbe alimentare una pompa di calore.
Costi dei generatori di acqua calda sanitaria
Come abbiamo visto, i metodi per produrre acqua calda sanitaria
sono molti, ed estremamente diversi tra loro. Di conseguenza anche
i prezzi sono variabili. Considerato che la caldaia tradizionale
è in disuso, il punto di riferimento è la caldaia
a condensazione. Per i modelli più semplici e meno
potenti si possono spendere alcune centinaia di euro, circa
700-800 euro, fino ad arrivare a modelli più
performanti da 3.000-4.000 euro.
Più o meno si trovano nello stesso range di prezzo gli
scaldabagno a pompa di calore, ma bisogna
considerare che in quest’ultimo caso l’apparecchio si
occuperà solo dell’ACS, e quindi si deve prevedere
un’altra spesa per ciò che gestirà il riscaldamento
dell’abitazione.
Infine, le pompe di calore che gestiscono sia il
riscaldamento, sia il raffrescamento, sia l’acqua calda
sanitaria, hanno costi estremamente variabili, per
via delle tante potenze a disposizione, e delle funzionalità
accessorie, nonché dell’efficienza. Si va da qualche
migliaio di euro per i modelli più a buon mercato, arrivando
facilmente a 9.000-10.000 euro, e anche oltre per
i modelli top di gamma, per salire fino alla soglia dei
20.000 euro e oltre.
Chiaramente bisogna considerare che in molti casi si tratta di
prodotti tecnologicamente avanzati, e che quelli più costosi
sono spesso abbinati ad abitazioni di grandi metrature. Il maggior
costo iniziale sarà ammortizzato dai grandi risparmi
energetici nel corso degli anni di utilizzo.
Generatori di calore e Ecobonus statali
Fortunatamente la spesa per l’acquisto di moderni
generatori di calore può essere ammortizzata in parte con gli
ecobonus statali.
Sostituendo la vecchia caldaia con una a condensazione e in classe
A, potrai accedere alla detrazione fiscale del 50% della spesa
sostenuta. La detrazione può salire fino al 65% se
contestualmente vengono installati sistemi di termoregolazione
evoluti, come le valvole smart per i termosifoni.
È possibile usufruire della stessa detrazione del 65% anche
per le spese sostenute per la sostituzione degli
impianti di climatizzazione invernale e produzione di
acqua calda sanitaria con impianti dotati di pompa di
calore, o scaldabagno a pompa di calore.
Con queste agevolazioni, e il relativo risparmio futuro sui
consumi, le tipologie di impianti più moderni diventano
assolutamente consigliate per le ristrutturazioni importanti.
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