Come funziona il piano cottura ad induzione
Il piano cottura a induzione si basa sul principio del
campo elettromagnetico. Sotto la superficie in
vetroceramica si trovano delle bobine conduttrici con avvolgimenti
in filo di rame. Quando queste sono attraversate da corrente
elettrica alternata generano un campo magnetico. Nel momento in cui
viene poggiata una pentola, il materiale di cui è composta
attira il campo magnetico, che trasferisce l’energia alla
pentola, la quale per reazione si scalda.
Il campo magnetico del piano a induzione è direzionale, per
questo motivo non si disperde nell’ambiente, ma punta solo
nella direzione della pentola, e solo se questa è poggiata
correttamente. Per questo motivo l’efficienza è
nettamente superiore rispetto ai piani cottura a gas. In
questi ultimi gran parte del calore della fiamma non finisce sul
fondo della pentola, ma va a riscaldare l’aria della cucina,
o anche eventuali strutture come griglie e supporti. Si stima che
circa il 50% dell’energia passi effettivamente alla
pentola.
Con il piano a induzione, invece, circa il 90%
dell’energia delle bobine passa direttamente nella struttura
delle molecole della pentola, evitando di scaldare il
piano stesso e altre strutture. Come conseguenza di questa
qualità, l’energia necessaria per raggiungere
determinate temperature è inferiore, con relativi
costi più bassi in bolletta. Inoltre,
i tempi di cottura sono ridotti.
Ad esempio, per far bollire l’acqua per cucinare la pasta
possono bastare un paio di minuti. Se poi la tua casa fosse dotata
di pannelli fotovoltaici e
batteria di accumulo, la cottura dei cibi sarebbe
effettivamente a costo zero.
Che differenza c’è tra un piano cottura elettrico, a gas e a induzione?
Il tradizionale piano cottura a gas non è cambiato molto
nel corso degli anni. I fuochi presenti sul piano sono alimentati
da un gas, che può essere quello della rete pubblica, o quello
contenuto in una bombola presente in cucina, e la bruciatura è
innescata da un piccolo accenditore elettrico, o da una fiammella
esterna. La regolazione dell’intensità avviene mediante
manopole che aprono o chiudono l’erogazione del gas.
Quello che comunemente viene definito piano cottura elettrico
è in realtà molto diverso dal piano a induzione. Sulla
sua superficie ci sono delle piastre (o dei punti specifici in
quelli ricoperti in vetroceramica) dove delle resistenze elettriche
generano calore. Per questo le pentole si scaldano per semplice
contatto con la piastra bollente.
Il piano a induzione esteticamente può sembrare simile a
quello elettrico, ma il calore è generato dal passaggio di
energia e non per contatto, quindi in modo molto più
efficiente.
Piano di cottura a induzione: pro e contro
Alcune delle caratteristiche di cui abbiamo parlato sono
chiaramente dei vantaggi che giocano a favore del
piano cottura a induzione, elenchiamoli tutti:
- nessuno spreco di energia
- costi più bassi in bolletta
- maggiore sicurezza
- velocità nel raggiungere le temperature
- pulizia estremamente semplice
Ci sono poi altri vantaggi che non sono così immediatamente
riconoscibili. Quasi tutti i piani a induzione, per ogni
“fuoco” hanno molti livelli di regolazione, ottenendo
un controllo sul calore trasmesso al cibo estremamente
preciso. In secondo luogo, dato che l’energia non
è trasmessa per contatto, ma direttamente nel materiale della
pentola, la temperatura è più uniforme,
per una cottura identica nei vari punti della superficie.
La pulizia dopo l’utilizzo è
facilissima: non ci sono fessure, spazi difficilmente
raggiungibili, griglie o altri accessori, solo un piano liscio e
uniforme che non assorbe sporco. Come ogni tecnologia moderna,
può avere anche degli svantaggi rispetto ai
metodi tradizionali:
- non tutte le pentole sono adatte
- il costo del piano cottura è più elevato
- il consumo di elettricità potrebbe richiedere l’innalzamento del contatore
- potrebbe essere necessario adeguare l’impianto elettrico
Funzionando tramite il magnetismo, non tutte le pentole
sono adatte al piano a induzione. È necessario che il
fondo sia in materiale ferroso, reagente ai campi elettromagnetici.
Pentole di alluminio, rame, ceramica o terracotta non riceveranno
alcun calore.
Per fare un semplice test, è sufficiente provare una calamita
sul fondo di una pentola. Se si attacca, la pentola funzionerà
anche con il piano a induzione. Esistono in commercio anche
adattatori di varie misure, ma peggiorano il passaggio del calore,
rendendo vani i vantaggi.
I piani cottura a induzione in alcuni casi possono avere
costi più elevati, a parità di
dimensioni. Questo perché, diversamente dai piani a gas,
includono anche un particolare hardware, oltre a controlli che sono
spesso di tipo touch.
Quanto consuma un piano cottura a induzione
Il consumo può variare molto, da poco più di 1
kW, fino anche a 5 kW per i piani più grandi e
performanti. Per questo motivo potrebbe essere necessario un
adeguamento dell’impianto elettrico della cucina,
possibilmente con una linea dedicata esclusivamente al piano
cottura.
Per le abitazioni con contatore elettrico con limite a 3 kW di
potenza, il piano potrebbe mettere alla corda il sistema in molte
circostanze, quindi spesso si raccomanda l’innalzamento della
soglia, a 4,5 kW o anche 6 kW.
Diversi modelli di piano a induzione hanno eventualmente un
limitatore, che limita cioè la potenza assorbita in totale,
anche quando sono in uso più fuochi. È possibile
così cucinare su più fuochi, senza superare una data
potenza.
Quando conviene il piano cottura a induzione?
Per le sue caratteristiche il piano cottura a induzione può
essere conveniente per motivi tecnici, economici, o anche di
preferenza personale:
- per ristrutturare una cucina che fa ancora uso di bombola a gas
- per rendere più moderna ed efficiente la cucina
- per diminuire i tempi di cottura e quindi i costi
- in caso di casa completamente elettrica
- per dire addio alla fornitura di gas
Gli ultimi due casi sono tra loro collegati, e si completano ulteriormente in caso l’abitazione sia dotata di impianto fotovoltaico e di batteria di accumulo. In quel caso specifico in molte circostanze l’energia per la cottura può essere completamente rinnovabile e gratuita.
Come scegliere il piano cottura a induzione
Come per i normali piani cottura, anche quelli a induzione
magnetica esistono con misure e caratteristiche diverse, per
accontentare varie esigenze. In base allo spazio a disposizione
nella tua cucina, puoi trovare:
- piani a due o tre fuochi, 30 cm di lunghezza
- piani a quattro fuochi, da 40 a 60 cm di lunghezza
- piani a 5 o 6 fuochi, da 75 a 90 cm di lunghezza
I modelli più evoluti hanno anche una funzionalità
aggiuntiva, ovvero le zone flessibili. Due fuochi possono essere
uniti, diventando un’unica superficie di cottura più
grande, per permettere l’uso di padelle o tegami più
grandi.
Oltre alle dimensioni, è necessario valutare se acquistare un
piano a induzione che funziona con corrente monofase o
trifase. Questa scelta ovviamente dipende da come è
realizzato l’impianto elettrica della tua casa, e il piano
trifase spesso è necessario solo se si prevede di utilizzare
spesso molte pentole contemporaneamente, ad alta potenza. Gli
impianti hanno infatti la caratteristica intrinseca di poter andare
oltre i 7 kW che normalmente sono considerati il limite per gli
impianti monofase.
Bonus ristrutturazione, valido anche per elettrodomestici
All’interno del Bonus ristrutturazione rientra anche la
parte chiamata Bonus Mobili, che a sua volta permette il recupero
delle spese effettuate per nuovi elettrodomestici con classe
energetica più efficiente.
Tra gli acquisti consentiti, c’è anche quello del piano
cottura a induzione, solo e se il nuovo prodotto fa parte di una
ristrutturazione globale di un immobile. Per le modalità e i
corretti metodi di pagamento è sempre consigliato rivolgersi
al rivenditore e al proprio commercialista. La spesa sostenuta,
infatti, verrà recuperata per una quota del 50% tramite il
meccanismo della detrazione fiscale, con la dichiarazione dei
redditi.
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