Rifacimento dell’impianto elettrico: gli interventi, perché farlo e costi
Vivi in una casa con un impianto elettrico vecchio, oppure qualcosa non funziona come dovrebbe? Potrebbe essere il momento giusto per il rifacimento dell’impianto elettrico, e in questa guida ti spieghiamo come fare oltre a pro e contro.
Quando è necessario rifare l’impianto elettrico?
L’impianto elettrico è una delle parti fondamentali di una casa, ma anche facilmente soggetta a usura, con i rischi che ne conseguono. I motivi per ammodernarlo o rifarlo completamente sono quindi diversi, e in particolare:
- la sicurezza, per evitare cavi usurati, prese di corrente danneggiate, ed in generale un impianto non più adatto agli apparecchi elettrici delle case moderne
- le normative, che nel tempo si aggiornano, migliorano la sicurezza e la richiesta di standard minimi di qualità, che anni prima magari non esistevano
- l’efficienza energetica, per utilizzare elettrodomestici che consumano meno, o la domotica che riduce gli sprechi di energia
Per una o tutte queste ragioni il tuo impianto elettrico potrebbe aver bisogno di un rinnovamento, di una parte di esso o anche nel suo insieme (consigliato se ha più di 25 anni), e per farlo devi seguire pochi e semplici passi.
Cosa comporta rifare l’impianto elettrico della casa
Per decidere se rifare l’impianto elettrico, devi prima capire bene a cosa andrai incontro. Ammodernare un impianto è sempre una buona idea, ma ci sono dei rischi nascosti da valutare.
Nel caso dell’impianto elettrico potresti scoprire, a lavori già iniziati, che una o più parti la cui sostituzione non era prevista, non sono in realtà in buone condizioni, costringendoti quindi ad allargare i lavori in corso d’opera, con l’aumento della relativa spesa. Per lo stesso motivo potresti anche trovarti a fronteggiare lavori edili in aggiunta a quanto preventivato, a causa della necessità di nuove tracce.
Tuttavia è un rischio accettabile, visti i benefici. Al termine dei lavori avrai un impianto elettrico certamente più sicuro, più adatto agli elettrodomestici moderni, e al sicuro da corto circuiti o dispersioni.
Di riflesso aumenterà di valore anche l’abitazione, poiché dotata di dispositivi al passo con i tempi e rispettosi delle normative di legge attuali.
Rifacimento dell’impianto elettrico: quali sono gli interventi e le fasi
La prima cosa da fare per rifare un impianto elettrico è rivolgersi ad un professionista che procederà con un’attenta analisi e valutazione dell’impianto. In questa fase potrà analizzare lo stato di salute dei cavi e delle prese esistenti, oltre che individuare le modifiche necessarie ai quadri di distribuzione ed ai dispositivi di sicurezza come gli interruttori magnetotermici e salvavita.
Dopo la valutazione si procede quindi alla progettazione del nuovo impianto, anche in collaborazione del proprietario della casa, per capire eventuali nuove esigenze, necessità di prese aggiuntive o spostamenti dei punti di illuminazione. L’elettricista quindi valuta:
- quantità di cavi necessari e relative canaline
- numero di prese ottimizzate per i carichi degli elettrodomestici
- numero e posizione degli interruttori della luce
Una volta individuati tutti i lavori da svolgere, si passa alla fase pratica, che prevede per prima cosa la rimozione del vecchio impianto. È bene considerare che non si tratta di lavorazioni semplice, che possono invece essere invasive e con generazione di tanta polvere.
Ancor di più se saranno necessarie nuove tracce per posizionare correttamente gli elementi, si dovranno spaccare muri e pavimento, con relativi disagi.
Arrivati ad avere una casa svuotata dal vecchio impianto, e con tutte le nuove posizioni pronte e realizzate, l’elettricista passa alla stesura dei nuovi cavi, alla posa delle placche, e infine al quadro principale, con tutti i migliori dispositivi di sicurezza aggiornati.
L’ultima fase comprende il collaudo e i test di tutti i nuovi sistemi:
- verifica dell’isolamento
- test di funzionamento di prese e interruttori
- corretti livelli di voltaggio
- verifica del funzionamento dei differenziali di protezione
Se tutto è stato effettivamente realizzato in maniera corretta, il professionista provvederà a rilasciare la certificazione di impianto a norma, come prova che il lavoro è stato eseguito a regola d’arte e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza.
Come rifare l’impianto elettrico senza rompere il pavimento?
In quasi tutte le case le canaline dell’impianto elettrico passano anche sotto il pavimento, e questo può essere un problema se vanno cambiate di posizione, o sono necessarie tubazioni più larghe di quelle installate in origine. Continuare ad abitare in una casa dove sono in corso lavori così invasivi non sempre è possibile, ma fortunatamente esistono anche soluzioni alternative. Queste possono essere:
- lasciare nuove canaline e altre parti a vista, magari correndo sui battiscopa e con elementi simili al design industriale, ma è uno stile che non si adatta a tutte le abitazioni
- utilizzare nuovi prodotti con cavi super sottili, anche sotto al millimetro, che possono essere nascosti con stuccature e imbiancature
- scegliere di passare le canaline nel soffitto anziché nel pavimento, nascondendo il tutto con un controsoffitto in cartongesso, in cui integrare anche le nuove lampade a LED
Potresti scegliere la soluzione più adatta alle tue esigenze, o anche un misto tra le diverse idee, ottenendo un impianto perfetto ma preservando il pavimento, e in alcuni casi anche riducendo la necessità di nuove tracce nei muri e il relativo ripristino.
Quanto tempo ci vuole per rifare l’impianto elettrico?
La quantità di tempo necessaria per completare i lavori è una cosa difficile da stabilire, poiché dipende da tanti fattori. La lunghezza dei lavori dipende da quante modifiche sono necessarie, dalla grandezza della casa e dalla complessità delle stanze, e infine anche dal tipo di impianto che si richiede. Un impianto con gestione domotica ad esempio richiederà più tempo, perché oltre alla stesura di cavi, prese e interruttori prevede anche l’aggiunta dei sistemi di controllo remoto, e delle apparecchiature come display touchscreen e sistemi Wi-Fi.
In linea generale però si può considerare in una settimana una stima che spesso si rivela precisa, giorno più o giorno meno, in base proprio ai motivi visti in precedenza.
Quanto costa rifare l’impianto elettrico?
Per stabilire il costo di rifacimento di un impianto elettrico avremo le stesse difficoltà delle stima del tempo di lavoro. Il costo ovviamente cambia molto in base alla dimensione della casa, del numero di placche e lunghezza dei cavi, e anche dalla qualità del materiale scelto.
Ci sono però dei metodi comunemente utilizzati per realizzare preventivi e ipotesi di spesa, e il più diffuso è quello della valutazione in base al numero di punti luce. Per punto luce si intende un qualsiasi punto della casa in cui viene erogata energia elettrica. Diversamente si può cercare di fare una stima anche in base ai metri quadrati dell’abitazione, come di norma avviene per altre tipologie di lavorazioni. Nei due casi, e con tutte le variabili possibili avremo quindi un costo di:
- tra 15 euro e 50 euro per punto luce
- tra 40 euro e 90 euro al metro quadrato
Bisogna comunque tenere presente che anche in caso di piccola abitazione, saremo sempre di fronte a una spesa almeno di qualche migliaio di euro, anche per via dei progetti e delle certificazioni necessarie.
Fortunatamente lo stato mette a disposizione dei bonus che possono ammortizzare la spesa, vediamo come.
Le detrazioni per il rifacimento dell’impianto elettrico
Nel caso specifico di rifacimento di un impianto elettrico si fa riferimento a un cosiddetto Bonus Impianto Elettrico, che però di fatto non esiste. Le spese sostenute per un nuovo impianto elettrico sono assimilate nel Bonus Ristrutturazione, che quindi comprende tutte le lavorazioni necessarie al rinnovamento di casa tua.
Il bonus offre una detrazione IRPEF in 10 rate annuali di pari importo, per le spese sostenute per una ristrutturazione, fino a un massimale di 96.000 euro, e per il 50% di quanto speso, per cui si possono recuperare fino a 48.000 euro.
Oltre alle opere di restauro, ristrutturazione e manutenzione straordinaria, anche il nuovo impianto elettrico può essere compreso, purché abbia la certificazione secondo la norma CEI 64-8, che riguarda la sicurezza dell’impianto. Oltre alle parti tradizionali di un impianto elettrico, possono rientrare nel bonus:
- la sostituzione di citofoni e videocamere
- gli interventi per risparmio energetico
- l’installazione di impianto fotovoltaico
- l’installazione, la riparazione o la sostituzione di impianto di allarme o sistema antifurto
- l’installazione di un apparecchio per la rilevazione del gas
Il bonus è stato prorogato per tutto il 2025, con le medesime condizioni, ma con il 50% di detrazione valido solo per gli interventi sulle prime case. Per le seconde case la detrazione scende al 36%, e la spesa massima si dimezza a 48.000 euro (24.000 euro recuperabili).
Per avere diritto al bonus è sempre necessario pagare i lavori tramite bonifico parlante, nella cui causale siano inserite diverse informazioni, come il riferimento alla normativa, il proprio codice fiscale, i dati della fattura e altre informazioni necessarie aeventuali controlli. È bene per questa fase affidarsi a personale esperto che possa aiutarti nella corretta compilazione.
Ci impegniamo a scrivere ogni articolo in modo comprensibile e accurato, consultando più fonti e solo quelle attendibili. Data la complessità delle tematiche trattate, e la continua evoluzione del contesto normativo, i contenuti potrebbero non essere aggiornati in tempo reale. Ti invitiamo a consultare sempre i siti governativi.